Costa meno, aiuta l'economia circolare e fa bene all'ambiente. Cosa vogliamo di più? Il
pc ricondizionato
è uno di quei prodotti che portano
solo vantaggi: per chi li utilizza, per chi li produce e per il mondo in generale, in un momento in cui la “sostenibilità” è diventata un'emergenza planetaria.
Per ogni pc riutilizzato, si parla di un risparmio tra i 70 e i 150 kg di CO2, a seconda che si tratti di notebook o computer con monitor. Senza dimenticare ciò che viene risparmiato in termini di rifiuti solidi, materiali pericolosi, energia utilizzata per la produzione, acqua e aria inquinate.
Generalmente noi vediamo solo la superficie di un pc, il supporto in plastica che gli dà forma e lo rende utilizzabile. Pochi sanno quanti materiali vengono impiegati
per realizzare le componenti interne, tra cui connettori, induttori, piastre a circuiti stampati. Si parla di inchiostri e fotopolimeri, resine, vernici, acidi, sostanze fluorescenti, composti chimici di vario genere. Ci sono rame, nichel e ferro, piombo (per le saldature) e manganese (condensatori elettronici), ma anche bario, cromo, tungsteno, titanio (in minori quantità).
Ecco perché esistono aziende specializzate nello smaltimento di questi prodotti, che sanno anche distinguere tra le apparecchiature obsolete e quelle che possono essere recuperate, sostituendo le parti danneggiate.
Siamo nell'era del riuso
e del riciclo. L'economia circolare
è fondata sul riutilizzo, la riparazione, la condivisione, aumenta la vita dei prodotti e punta verso un sistema in grado di rigenerarsi, che produce sempre meno rifiuti. L'esatto contrario dell'economia lineare, fondata sul produrre-utilizzare-gettare.
Nel corso del 2023 il mercato dei dispositivi ricondizionati è aumentato del 14% nel mondo, per un volume di affari che punta a raggiungere i 144 miliardi di dollari nel 2030. Non è una questione teorica o ambientalista in senso ideologico. Ma una possibilità che sta diventando una necessità, un nuovo mercato, più sostenibile, fondato su una filiera di controllo sempre più rigorosa (per evitare lo spaccio di prodotti obsoleti).
D'altra parte, secondo i dati dell'Osservatorio Second Hand Economy, sono quasi 24 milioni gli italiani che comprano e vendono prodotti usati. Numeri che stanno aumentando anche in campo elettronico, grazie alla tecnologia a disposizione e alle nuove dinamiche economiche (gli incentivi alla riparazione e al riuso, ad esempio), che garantiscono pc ricondizionati sempre più performanti.
Opzione giustificata soprattutto dal prezzo, molto vantaggioso, e dalla presenza sul mercato di aziende specializzate nel refurbished
(ricondizionamento). Non si parla solo di colossi, ma di realtà piccole e medie che assicurano anche un'alta personalizzazione del prodotto.
UniSolutions, ad esempio, ha scelto di rifornirsi da un'azienda bresciana, la
Marvit. Arrivano da lì i pc portatili che vengono forniti ai clienti, con il
software Uni
installato. Sembrano nuovi, nella qualità dei materiali e nelle performance, ma sono prodotti ricondizionati. Una scelta fatta in ottica ambientale, secondo la logica d'impresa di una start-up innovativa che punta molto sulla tecnologia e sulla
possibilità di coniugare efficienza, profitti e sensibilità ecologica.