e sta provocando un terremoto. Lo dicono i numeri, a partire dal sorpasso di
negli Usa, come applicazione più scaricata dall'App Store (Apple). E lo dicono i crolli in borsa degli ultimi giorni.
Cosa c'è di così straordinario nel chatbot prodotto da una sconosciuta startup, guidata da un giovane “nerd spettinato” (come veniva descritto da qualcuno l'imprenditore Liang Wenfeng?). Essenzialmente il costo, molto contenuto, necessario a realizzarla, così come le risorse tecnologiche modeste da cui sarebbe nato. Il che metterebbe in discussione i progetti e gli investimenti miliardari messi in campo dai giganti del tech.
Detto questo, va sottolineato che è impossibile avere certezze su un'applicazione nata sotto l'ombrello della censura cinese. Davvero sono bastati 6 milioni di dollari, e i “vecchi” chip Nvidia H800, per arrivare a Deep Seek-V3 (modello di punto) e al recente R1, così performante nel problem solving e nella capacità di sviluppare ragionamenti avanzati?
Per non parlare dei problemi di privacy
– come/dove vengono trattati i dati di chi la utilizza? - e i limiti imposti dal governo cinese: a quanto pare ci sono argomenti sensibili (Tienanmen e dintorni) sui quali l'intelligenza artificiale diventa misteriosamente reticente.
A spaventare le aziende americane, in realtà, è il fatto che si parla di un prodotto open-source, che sembra mettere in crisi il modello di sviluppo dell'AI occidentale, basata sulla logica del brevetto. Se un modello open-source, che mette il proprio algoritmo a disposizione di tutti, ha le stesse prestazioni di un'applicazione proprietaria, quest'ultima rischia di perdere valore.
Dal punto di vista tecnologico, Deep Seek si distingue per un approccio modulare. Mentre ChatGPT-4 di OpenAI è un sistema centralizzato basato su modelli di deep learning sofisticati, addestrati su enormi dataset, il chatbox cinese sfrutta un'architettura che consente a sviluppatori indipendenti di personalizzare e migliorare il modello.
Questa flessibilità ha favorito un rapido adattamento alle esigenze degli utenti e un’accelerazione nell’implementazione di nuove funzionalità. Deep Seek sembra avvalersi di un sistema di apprendimento distribuito, che consente aggiornamenti continui attraverso i contributi di una vasta comunità di sviluppatori globali. Questo contrasta con l'approccio più controllato di OpenAI, che richiede processi interni rigorosi per l’aggiornamento e il miglioramento del modello.
L’apertura del codice comporta una minore protezione delle innovazioni tecnologiche, rendendo difficile per le aziende statunitensi capitalizzare sui propri investimenti. Questa trasparenza però alimenta anche preoccupazioni relative alla sicurezza, poiché il codice è accessibile non solo agli sviluppatori legittimi ma a potenziali attori malevoli.
Negli Stati Uniti, dove l’AI è considerata strategica per la sicurezza nazionale, l’adozione di tecnologie open source come Deep Seek rischia di ridurre il vantaggio competitivo rispetto ad altre nazioni. Ciò alimenta un dibattito acceso sulla necessità di bilanciare trasparenza e controllo nel settore.
Ma cosa cambia per noi utenti?
Dipende dagli scenari che si stanno aprendo, cioè dagli sviluppi dell'AI open source e le sue possibili applicazioni. Oggi come oggi, ChatGPT-4 sembra essere più affidabile, anche a parità di performance. Entrambe sono in grado di comprendere ed elaborare un linguaggio naturale, di scrivere testi complessi, di generare risposte sofisticare. Ma ChatGPT-4 opera all’interno di un ecosistema regolamentato e monitorato, mentre Deep Seek, pur essendo innovativa, manca di standard universali per garantire sicurezza e conformità.
Quanto alle differenze in termini di funzionalità, basta chiedere a ChatGPT, e la risposta sarà sorprendentemente (?) completa e obiettiva.
Il chatbot di OpenAI
si fa notare per la flessibilità: «È progettato per essere un assistente generale che copre una vasta gamma di argomenti, come linguaggio naturale, analisi, programmazione, scrittura creativa, ricerca e altro. Ideale per spiegazioni dettagliate, brainstorming, e aiuto in compiti complessi. Sviluppato per produrre risposte naturali e accurate, è adatto a intraprendere conversazioni umane».
Deep Seek
invece si fa apprezzare per la specializzazione e l'adattabilità: «È uno strumento avanzato che utilizza metodi di ricerca o elaborazione mirata, solitamente legato a specifici domini. È pensato per estrarre dati da grandi volumi di informazioni o eseguire ricerche mirate con alta precisione. Potrebbe essere più efficiente per compiti di ricerca tecnica, pattern recognition, o simulazioni, ma meno "umano" nel tono. Viene spesso usato in ambienti accademici o per problemi specialistici».
Riassumendo: per chi ha bisogno soprattutto di una conversazione fluida e spiegazioni ad ampio spettro, ChatGPT-4 è probabilmente la scelta migliore. Chi invece va alla ricerca di risultati analitici specifici e tecniche avanzate di data mining, potrebbe scoprire che Deep Seek è più adatto allo scopo.
Ma siamo solo all'inizio di una sfida che si prospetta ricca di colpi di scena.