L'intelligenza artificiale per molti è ancora un oggetto misterioso, soprattutto nel suo aspetto generativo, la capacità cioè di svolgere azioni complesse producendo nuovi contenuti.
Quanto può essere utile in azienda questa tecnologia rivoluzionaria? C'è chi ne sottolinea i limiti e chi ne esalta le potenzialità impressionanti. Ma le aziende che hanno deciso di adottarla, anticipando i tempi, stanno facendo passi da gigante. Lavorando soprattutto sull'integrazione tra intelligenza umana e artificiale, migliorando i processi produttivi, semplificando le procedure meccaniche, generando nuove possibilità di business.
Possiamo riassumere così la giornata di riflessione andata in scena martedì 1 ottobre al Politecnico di Milano, grazie al lavoro straordinario portato avanti dagli Osservatori Digital Innovation. L'osservatorio dedicato all'intelligenza artificiale è diventato, inevitabilmente, uno di quelli che suscitano maggiore curiosità e interesse.
Lo si capisce scorrendo la quantità e la qualità delle aziende partner, un elenco prestigioso a cui dall'anno prossimo si unirà anche UniSolutions, che ha adottato l'intelligenza artificiale fin da subito, nel primo software brevettato (Uni), messo a disposizione delle aziende per massimizzare la loro presenza online.
Lo si è visto in particolare in questa giornata di riflessione e confronto, l'AI Talk, con decine di manager, dirigenti d'azienda, tecnici, esperti, distribuiti nelle due platee dell'Aula De Carli e tra i suoi corridoi, dove alcune realtà produttive hanno organizzato anche dei banchetti informativi. Trentaquattro interventi, una sorta di enorme vetrina, in cui alcune aziende hanno esposto il proprio lavoro, condividendo scoperte e risultati, e altre hanno proposto alcuni temi su cui l'Osservatorio dovrà lavorare nei prossimi mesi.
Anche perché siamo in un momento di passaggio, come hanno sottolineato i rappresentanti di 42 Law Firm, uno studio legale specializzato in digital transformation, composto da avvocati e informatici, che hanno sottolineato l'urgenza di adeguare i vari progetti alla regole europee, l'AI Act, in cui viene proposto un quadro giuridico (per tutelare i diritti fondamentali di fronte ai rischi connessi all'uso di AI), oltre a un quadro di responsabilità civile. Dentro una situazione mondiale in cui la Cina si è mossa in anticipo, stabilendo una regolamentazione già attiva.
Impossibile riassumere gli spunti, i report, le case histories, i prodotti presentati. Per questo rinviamo al portale degli Osservatori, che mette a disposizione materiali e registrazioni. Possiamo dire però che ci sono due strade principali percorse da chi lavora con l'AI (dai creatori di tool e servizi e dagli utilizzatori). Da una parte c'è il mondo dell'automazione dei processi, per renderli più efficienti, su cui si lavora già da anni. Dall'altra le possibilità creative offerte dell'AI generativa di ultima generazione.
L'intelligenza artificiale facilita e snellisce il lavoro quotidiano, con tante possibili applicazioni diverse, molto concrete: gestisce archivi e documenti, ma è anche in grado di fornire risposte a domande specifiche, analizzando i dati a disposizione; ottimizza l'esperienza di acquisto per il cliente, ed è anche capace di aumentare notevolmente conversioni e retention, generando lead qualificati; migliora l'efficienza dei processi di lavoro, a tutti i livelli, dalla progettazione alla vendita e alla gestione del cliente; accelera la produzione di contenuti.
Tanti gli applicativi presentati, per risolvere problemi specifici. C'è anche chi lavora sulla computer vision, per il riconoscimenti di emozioni e segnali fisiologici; chi adotta strumenti che prevedono “la probabilità di conversione dei clienti”; chi lavora nella generazione di medical devices implementati con AI; chi fa collaborare agenti commerciali umani e “artificiali”, o lavora su una targetizzazione più accurata dei contenuti usufruiti online.
Le grandi aziende ormai si sono dotate di reparti specifici che lavorano sui progetti AI. Le start-up e le realtà più piccole, invece, si fanno notare per le soluzioni creative e le proposte all'avanguardia.
Come riassume l'infografica generata dal lavoro dell'Osservatorio, relativa al 2023, il mercato dell'intelligenza artificiale in Italia è aumentato del 52%, per un giro d'affari di 760 milioni di euro. Il 61% delle grandi imprese dichiara di avere all'attivo progetti di AI, almeno a livello di sperimentazione. Mentre le PMI sono ferme al 18%. Questo è il dato su cui lavorare, soprattutto. Come bisogna lavorare sulla “questione culturale”.
Esiste una divulgazione di qualità, sul tema, ma la comunicazione dell'AI, a livello di grandi media, è ancora ferma al sensazionalismo, nel bene e nel male, esaltando i risultati più avveniristici o lanciando allarmi apocalittici.
La realtà, come spesso accade, sta a metà strada, ed è molto più affascinante e complessa di come viene raccontata. L'intelligenza artificiale è un'opportunità straordinaria per migliorare le performance delle aziende, ma anche per liberare energie creative. Ci guadagna “l'umano”. Il futuro, che è già presente, sta in questa integrazione
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