Il marketing oggi? Un mix fra la capacità di arrivare al potenziale cliente e la necessità di farsi trovare. Da una parte ci sono gli strumenti classici della pubblicità, sempre più veicolati dai device digitali, in una logica di informazione, intrattenimento, coinvolgimento emotivo (la sola “interruzione” non basta più). Dall'altra le potenzialità dell'intelligenza artificiale, che può aiutare le aziende a monitorare il traffico sul web e a massimizzare la propria presenza online, creando contenuti adatti a incontrare l'utente nei touchpoint giusti.
Il Media Reactions di Kantar, che da più di vent'anni studia l'esperienza e la percezione dei media, ci aiuta a orientarci nel caos odierno, studiando da una parte le attitudini dei consumatori e dall'altra la visione dei marketer (tutti coloro che analizzano il mercato per promuovere prodotti o servizi).
In Italia esiste ancora una preponderanza dei canali off-line, dalla pubblicità nei punti vendita, anche digitale, alla cartellonistica e agli eventi sponsorizzati, con la tv che continua ad essere un canale importante. Ma è anche vero che, anno dopo anno, aumenta la rilevanza dei contenuti online, soprattutto di quelli che creano un coinvolgimento autentico, offrendo valori che l'utente può condividere.
I consumatori mostrano di apprezzare soprattutto quei contenuti che non risultano troppo invasivi, ma garantiscono un surplus di informazioni o un'esperienza che arricchisce e coinvolge. Diventa fondamentale, quindi, ragionare sulla qualità e la creatività del messaggio, non solo su come raggiungere il maggior numero di persone. Ogni prodotto-servizio specifico ha il suo canale ideale e una creatività da pensare su misura.
Le strategie di marketing si stanno spostando verso la ricerca dei touchpoint ideali, quei luoghi in cui l'utente trova risposte alle sue esigenze e desideri, e in cui il marketer deve far arrivare il messaggio dell'azienda, la capacità di soddisfare proprio quel bisogno.
Tutto questo in un mondo in cui la stragrande maggioranza dei consumatori utilizza come punti di riferimento realtà come Amazon o Google, sempre ai primi posti nelle preferenze degli utenti. Colossi digitali che svolgono quasi una funzione ordinatrice, di contenitori-mondo, enormi cataloghi del possibile, con algoritmi che analizzano le nostre preferenze, per offrirci "ciò che ci somiglia" (anche anticipando i nostri desideri).
In questo contesto, l'intelligenza artificiale promette un passo ulteriore verso la personalizzazione, come scrive Luigi Pisani, Analyste Practice Manager di Kantar: «L’AI è necessaria per ottenere precisione e scalabilità nella personalizzazione, può analizzare e utilizzare enormi volumi di dati, es: i dati dei singoli clienti e personalizzarne la customer journey in ogni touch point. Ma l’AI rappresenta probabilmente solo il 10% della formula segreta, il restante 90% risiede nella combinazione di dati, sperimentazione ed expertise che attivano e informano costantemente la macchina. L'obiettivo è la personalizzazione; è ciò che costituisce la forza strategica di un'azienda, la tecnologia è semplicemente lo strumento per raggiungerlo».
Sta ai marketer e alle aziende studiare strategie adeguate, adattando gli strumenti e i tool offerti dall'AI, che va messa al servizio delle esigenze specifiche di ognuno, il mercato di riferimento, le caratteristiche che lo distinguono dagli altri. Poi, alla fine, la sostanza è sempre quella: serve innanzitutto un prodotto o un servizio di qualità da offrire. Raggiunto il touchpoint, l'imprenditore capace saprà trasformare l'utente in cliente.
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